Progetto culturale

IL PROGETTO INFEA DELLE SCUOLE DI CRESPINA-FAUGLIA-S.LUCE-CASTELLINA-RIPARBELLA-MONTESCUDAIO

OZONO IN CITTÀ:

LA PAROLA ALLE PIANTE

(E AI RAGAZZI)

PREMESSA

In ambiente urbano, l’inquinante dell’aria maggiormente diffuso è l’ozono; esso è responsabile di noti effetti tossici a carico della salute umana, ma è anche imputato di danni ai manufatti (es. patrimonio artistico) e alla vegetazione coltivata e spontanea. L’ozono si forma nella troposfera a seguito di reazioni fotochimiche tra ossidi di azoto e idrocarburi: sorgenti importanti di questi precursori sono soprattutto quelle legate al traffico veicolare, seguite dal riscaldamento domestico, centrali termoelettriche, inceneritori di rifiuti solidi, attività industriali. Esiste – specie nel periodo caldo primaverile-estivo – un costante “problema ozono”, che investe anche le aree extraurbane, a seguito del trasporto sia dell’ozono stesso che dei suoi precursori. Non si intravede alcuna soluzione al problema che non passi attraverso una significativa riduzione delle emissioni dei precursori, e – pertanto – anche interventi di limitazione del traffico. In questo caso si tratta di misure quanto mai impopolari, per la attuazioni delle quali si rende opportuno un adeguato coinvolgimento della cittadinanza, mediante opera di informazione. Al riguardo, gli adolescenti possono fungere da elementi di trascinamento nei confronti degli adulti: ecco perché assume speciale valenza un intervento di educazione ambientale mirato a questa specifica fascia di età. Un progetto di educazione ambientale quale quello qui descritto consente alla popolazione di aula di essere coinvolta in una serie di aspetti e tematiche, che spaziano dalla biologia alla ecologia, alla matematica/informatica (c’è anche da lavorare con numeri, medie, fogli elettronici, volendo deviazioni standard e addirittura restituzioni cartografiche), alla chimica ambientale ed altre ancora, in una ottica integrata di “problem solving” con lavoro di gruppo. Le attività consentono ai ragazzi di acquisire confidenza con la biologia applicata (per molti di loro si tratterà della prima volta che prendono contatto con il mondo vegetale in una forma attiva) e di verificare in prima persona gli effetti dell’inquinamento sugli organismi viventi. L’esperienza ha dimostrato che – a partire dall’impianto base – è possibile per gli insegnanti sviluppare eventualmente spunti di approfondimento, quali ad esempio, la stesura di un rapporto tecnico, la compilazione di tabelle, grafici, diagrammi, la realizzazione di mini servizi fotografici o videofilm.

IL PROGETTO

Elemento centrale del programma è una campagna (durata due settimane, verosimilmente la seconda e la terza di maggio) di monitoraggio biologico dell’ozono, con l’impiego di piantine di tabacco, assemblate in un kit “chiavi-in-mano”. Tale metodologia è stata ampiamente sperimentata ed è codificata dall’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA, Roma). Vi è però una intensa attività di preparazione (che inizialmente riguarda i soli insegnanti) e di post-produzione. L’articolazione di massima segue queste fasi:

  • corso di formazione e aggiornamento per gli insegnanti riguardante le problematiche relative all’inquinamento da ozono (genesi, distribuzione, effetti) e le tecniche di biomonitoraggio;
  • consegna di schede introduttive all’argomento (con possibilità di diffusione anche a mezzo Internet) e del manuale operativo, che comprende un atlante fotografico a colori;
  • preparazione del materiale vegetale e dei kit miniaturizzati e consegna in loco;
  • supervisione delle attività di biomonitoraggio, con servizio help-on-line;
  • controllo della qualità dei dati (attraverso “lettura” delle piantine da parte di personale addestrato), analisi e presentazione dei risultati, eventualmente anche a mezzo conferenza/comunicato stampa, allestimento sito web, ecc.

PROFILO OPERATIVO

Il progetto sarà seguito dal Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose dell’Università di Pisa, nell’ambito delle attività di Leonardo-Istituto di Ricerca sul Territorio e l’Ambiente, Associazione culturale non a fini di lucro. L’intervento prevede la fornitura di un pacchetto integrale basato sui punti sopradescritti. Una ipotesi di lavoro:

  • Numero di classi coinvolte: 10, verosimilmente di scuole elementari e medie inferiori diverse; ciò allo scopo di pervenire ad una eventuale “zonizzazione” del territorio;
  • Bioindicatori: germinelli (plantule di 15 giorni di età) di Nicotiana tabacum L. cvv. Bel-W3 (ozono-sensibile) in kit miniaturizzato (tre per classe), allevati in condizioni controllate (temperatura, radiazione luminosa, aria filtrata attraverso carbone attivo, ecc.) a cura dell’Università;
  • Periodo: due settimane: 10 maggio-24 maggio.

E’ prevista la possibilità di “accreditamento” in termini di CFU (sotto forma di “attività a libera scelta”) per studenti del Corso di Laurea in Gestione del Verde Urbano e del Paesaggio dell’Università di Pisa (ed eventualmente di altri corsi di studio, se richiesto) che siano coinvolti nelle attività in oggetto, secondo modalità da concordare con il Corso di Studio.

REFERENZE

  • www.regione.umbria.it/cridea/forum/file/inizio.htm: è il sito del Centro Regionale per l’Informazione, la Documentazione e l’Educazione Ambientale, Perugia e descrive le attività di educazione ambientale – tra le quali quella in oggetto – svolte nel 2001 in Umbria.
  • www.sinanet.apat.it/aree/atmosfera/qualità%20aria/biomonitoraggio/Lorenzini.asp: è il sito dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e i Servizi Tecnici, Roma che descrive il protocollo standardizzato per il biomonitoraggio dell’ozono, messo a punto dall’Università di Pisa.
  • ANPA (1999) Biomonitoraggio della qualità dell’aria sul territorio nazionale.
  • Piccini C. and Salvati S. Eds. Rome, I: Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, 337 pp.
  • Garrec JP, He S, Rose C, Radnai F (2002) Plant biomonitoring of air pollution in urban areas: examples from some French cities and Beijing (PR China). Pages 57-66 in: Bioindication and air quality in European cities. Stuttgard, D: Verlag G Heimach.
  • Lorenzini G (1994) A miniaturized kit for ozone biomonitoring. Applied Biochemistry & Biotechnology, 48, 1-4.
  • Lorenzini G, Landi U, Loppi S, Nali C (2003) Lichen distribution and bioindicator tobacco plants give discordant response: a case study from Italy. Environmental Monitoring & Assessment, 82, 243-264.
  • Lorenzini G, Nali C (submitted) A case-study of environmental education: Biomonitoring of ozone with young students. Submitted to Journal of Educational Biology.
  • Lorenzini G, Nali C, Biagioni M (1995) An analysis of the distribution of surface ozone in Tuscany (Central Italy) with the use of a new miniaturized bioassay with ozone-sensitive tobacco seedlings. Environmental Monitoring & Assessment, 34, 59-72.
  • Lorenzini G, Nali C, Biagioni M (1995) Long-range transport of photochemical ozone over the Tyrrhenian Sea demonstrated by a new miniaturized bioassay with ozone sensitive tobacco seedlings. The Science of the Total Environment, 166, 193-199.
  • Lorenzini G, Nali C, Dota MR, Martorana F (2000) Visual assessment of foliar injury induced by ozone on indicator tobacco plants: a data quality evaluation. Environmental Monitoring & Assessment, 62, 175-191.
  • Nali C, Ferretti M, Pellegrini M, Lorenzini G (2001) Monitoring and biomonitoring of surface ozone in Florence, Italy. Environmental Monitoring & Assessment, 69, 159-174.
  • Toncelli ML, Lorenzini G (1999) – Comparative evaluation of biomonitoring techniques of tropospheric ozone Environmental Monitoring & Assessment, 55, 445-458.

Riferimento:Prof. Giacomo Lorenzini Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa Direttore di Leonardo - Istituto di Ricerca sul Territorio e l’AmbienteTel.: 050 960092 E-mail: [email protected]

PROGRAMMA CORSO DI FORMAZIONE

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